La prima automobile Opel fu presentata nel 1899.L’”automobile del dottore” e la “rana”. La catena di montaggio e la scocca portante. Kadett: una nuova automobile una nuova fabbrica. Catalizzatore su tutti i modelli.
Nel 2019 la Adam Opel AG festeggia 120 anni dalla presentazione della sua prima automobile – la Opel Patent-Motorwagen System Lutzmann – e si conferma la seconda più anziana industria automobilistica tedesca ancora operativa.
All’epoca l’inizio della produzione automobilistica fu un decisivo passo avanti per la società fondata nel 1862. Dopo che Adam Opel ebbe trasformato la sua attività artigiana in un’industria con circa 600 dipendenti affiancando, nel 1886, la produzione di biciclette a quella della iniziale di macchine da cucire, i suoi cinque figli (Carl, Wilhelm, Heinrich, Fritz e Ludwig) si misero alla ricerca di nuove sfide industriali. In particolare, l’automobile, che alla fine dell’Ottocento, era un’invenzione estremamente rivoluzionaria e affascinante, attrasse la loro attenzione. Dopo aver raccolto informazioni in giro per l’Europa, il 21 Gennaio 1899, i fratelli Opel comprarono la fabbrica di Friedrich Lutzmann di Dessau (nella regione tedesca di Anhalt).
Nonostante i loro sforzi però gli affari con il nuovo mezzo di trasporto non andarono secondo le previsioni. Nel 1901 i fratelli Opel si separarono da Lutzmann e, all’inizio dell’anno seguente, cominciarono a costruire automobili su licenza della francese Darracq e le vendettero con il marchio abbinato Opel-Darracq.
Questa scelta non poteva però soddisfarli nel lungo termine. Nell’Autunno dello stesso anno presentarono pertanto al Salone di Amburgo il loro primo progetto originale, la 10/12 HP. Come dimostrarono i successi degli anni seguenti, la giovane Casa automobilistica era sulla strada giusta. Nel 1906 costruirono il loro millesimo autoveicolo e vedevano i loro affari svilupparsi rapidamente.
La svolta arrivò tre anni dopo con il modello 4/8 HP. Messa in vendita al prezzo di soli 3.950 Marchi ovvero la metà delle lussuose vetture della concorrenza, la leggendaria “automobile del dottore” apriva la strada alla possibilità che più ampie fasce di pubblico potessero acquistare una loro automobile. Il successo di vendite di questo modello e l’introduzione nel 1910 della modularità (che permetteva di combinare carrozzerie prefabbricate con motori e telai diversi) diede una grande spinta alla crescita della Opel. Nel 1914 la Opel aveva superato tutte le aziende concorrenti ed era diventata il maggior costruttore tedesco di veicoli a motore.
Nel 1924 la Opel passò alla produzione in grande serie introducendo in Germania con il modello 4/12 HP soprannominato “Laubfrosch” (“Rana”). L’adozione dell’allora rivoluzionario metodo della catena di montaggio portò importanti benefici come il taglio dei costi di produzione, reso possibile dall’aumento dei volumi produttivi e della sostenuta domanda. Nel giro di sei anni il già contenuto prezzo della vettura poté essere ulteriormente ridotto da 4.500 a 1.990 Marchi. L’automobile non era più un costoso e delicato oggetto di lusso per poche persone abbienti, ma si avviava a diventare un pratico mezzo di trasporto alla portata di tutti.
Sul finire degli Anni ’20 la Opel balzò al centro dell’attenzione grazie a programma condotto con le automobili a razzi RAK. Dopo parecchie prove (alcune delle quali condotte in gran segreto) su una pista a sud di Rüsselsheim, il 23 Maggio 1928 Fritz von Opel raggiunse una velocità massima di 238 km/h pilotando la RAK2 sul circuito dell’Avus, nei pressi di Berlino. “Rocket-Fritz” – come Fritz von Opel divenne noto da allora – portò avanti con determinazione l’idea della propulsione a razzo. A queste prime prove seguirono altri tentativi con la vettura posta su binari durante i quali la RAK3 portò il record mondiale di velocità a 254 km/h. Gli esperimenti della Opel in questo campo si conclusero nel 1929 con il volo dell’aereo a razzi RAK1 Friedrich.
Quello stesso anno la General Motors Corporation prese il controllo della Adam Opel AG e da quel momento tutte le sue attività si concentrarono nella produzione di automobili. Nel 1935 la Opel costruì per la prima volta più di 100.000 autoveicoli in dodici mesi (compresi gli autocarri prodotti nel nuovo stabilimento di Brandeburgo) e la nuova Opel Olympia divenne la prima automobile tedesca prodotta in serie con carrozzeria portante interamente in acciaio. I vantaggi di questa nuova soluzione (peso minore e migliore aerodinamica) miglioravano a
loro volta prestazioni e consumi di carburante. Il robusto abitacolo abbinato al frontale ed alla coda capaci di deformarsi per assorbire l’urto costituiva un importante contributo alla sicurezza passiva. In questo modo la Opel anticipava l’uso della carrozzeria monoscocca d’acciaio nella produzione di serie. Nel 1936 la Casa tedesca divenne il maggior produttore europeo di autoveicoli e iniziò la produzione della Kadett L’anno seguente la Opel decise di concentrarsi sulla produzione automobilistica: dopo aver costruito 2,6 milioni di biciclette, ne interruppe la produzione e vendette alla NSU le attrezzature utilizzate per produrle.
Nel 1940, poco prima che la produzione delle automobili fosse interrotta per ordine del regime nazista, la milionesima Opel – una Kapitän – uscì dalle catene di montaggio. Nei successivi anni di guerra, oltre a numerosi autocarri Blitz, le fabbriche produssero ricambi e componenti per l’industria bellica tedesca (carrelli di atterraggio, cabine di pilotaggio, pezzi di motore e serbatoi d’aereo blindati).
Subito dopo l’8 Maggio 1945 cominciò la ricostruzione dello stabilimento di Rüsselsheim (che era stato quasi completamente distrutto durante la guerra), ma la popolazione attiva che viveva sulle rive del fiume Meno rimase come paralizzata da una brutta notizia: tutte le attrezzature necessarie per produrre la Kadett, sebbene fossero ancora intatte, dovevano essere smantellate e spedite in Unione Sovietica in pagamento dei danni di guerra. Per il momento gli operai della Opel si concentrarono sulla produzione di autocarri. All’inizio del 1946 uscì dalla fabbrica il primo veicolo Opel del dopoguerra, un autocarro Blitz da 1,5 tonnellate. La produzione delle autovetture riprese nel 1947 con una versione rinnovata della Olympia. Entro il 1950 lo stabilimento era stato completamente risistemato e tre anni dopo la produzione tornò a superare le 100.000 unità all’anno.
Nel 1962, in occasione del centesimo anniversario della fondazione, la Adam Opel AG aprì a Bochum il suo secondo impianto produttivo. Dalle sue catene di montaggio uscì la nuova Kadett, visto che lo stabilimento di Rüsselsheim era già impegnato al massimo della sua capacità produttiva. Lo slogan “Una nuova automobile da una nuova fabbrica” che accompagnò il lancio della nuova vettura sottolineava la nuova presa di coscienza della Opel verso le proprie capacità. Dietro di essa c’erano due principali motivazioni. Innanzitutto, per la prima volta dalla fine della guerra, la Opel era nuovamente presente nel segmento delle vetture compatte e di conseguenza poteva sfidare le sue concorrenti. In secondo luogo, scegliendo Bochum come sede della nuova fabbrica, la Opel aveva mandato un segnale positivo alla popolazione locale recentemente colpita da una crisi economica. La piccola Kadett divenne subito un “best-seller”: fino alla presentazione dell’Astra, nel 1991, ne vennero venduti circa 11 milioni di esemplari in varie parti del mondo.
Allo scopo di poter offrire un modello interessante per il crescente numero degli appassionati di automobili sportive, verso la metà degli Anni ’60 la Opel progettò anche una coupé. La Opel GT, in produzione dal 1968, non divenne famosa solo per il suo originale slogan pubblicitario (“Solo volare è più bello”), ma anche per la sua linea personale e sportiva. Nel 1972 una sua speciale versione con motore Diesel conquistò 2 record mondiali e 18 internazionali. Nello stesso anno la Opel raggiunse il 20,4% del mercato tornando ad essere il maggior produttore tedesco di automobili.
La prima crisi petrolifera fece cambiare le aspettative della gente. Alla fine degli Anni ’70 la Opel progettò una serie di automobili completamente nuove destinate a rispondere alle attese del pubblico del decennio successivo: erano automobili capaci di associare elevate prestazioni e consumi quanto più possibile ridotti. Con la sua aerodinamica la Rekord-E impersonò questa nuova filosofia e riscosse un enorme successo di pubblico. Completava la gamma Opel dell’epoca la Kadett, la prima vettura a trazione anteriore della Casa tedesca, che con un’ottima aerodinamica (Cx 0,39) era una delle vetture più slanciate dell’epoca.
Verso la metà degli Anni ’80 l’attenzione si concentrò su ulteriori riduzioni dei consumi e sull’ottimizzazione delle emissioni allo scarico. Anche in questo caso la Opel fu la più pronta a reagire alle aspettative dell’opinione pubblica: la Casa di Rüsselsheim fu il primo costruttore tedesco a disporre di una gamma completa di autovetture dotate di convertitore catalitico e, nell’Aprile 1989, divenne anche il primo costruttore europeo a offrire di serie il catalizzatore su tutti i suoi modelli.
Oltre a compiere questi continui progressi nel campo della compatibilità ambientale e della riduzione dei consumi di tutti i modelli Opel, la Casa tedesca si impegnò a perfezionare la dotazione di sicurezza, precorrendo in molti casi i tempi. Quando nel 1991 presentò l’Astra, il modello che ha preso il posto della Kadett, questa vettura era dotata di serie di barre laterali anti-intrusione, sedili con rampe anti-scivolo e pretensionatori delle cinture di sicurezza. A partire dal 1995 su tutte le Opel sono ottenibili airbag “full-size” frontali per entrambi i posti anteriori. La pedaliera sganciabile di sicurezza che in caso di grave scontro frontale evita il rischio di ferite ai piedi ed alle tibie del guidatore e gli airbag a tecnologia mista sono stati adottati per la prima volta sulla nuova Vectra.
Nell’anno del centesimo anniversario dall’inizio della sua attività in campo automobilistico la Adam Opel AG disponeva di una delle più complete e moderne gamme attualmente esistenti. Partiva da un modello di grande successo come la Corsa per proseguire con la Tigra, l’Astra, la Vectra e la Omega passando per tutta una serie di vetture spaziose come le versioni station wagon e le monovolume Zafira Sintra. Modelli destinati chiaramente al tempo libero come l’Astra Cabrio, la Frontera e la Monterey, completavano la produzione della Casa tedesca. Un grande lavoro di progettazione e sviluppo che trovava riscontro nel Mondiale Rally conquistato nel1982 da Walter Rohrl con la Ascona 400 e nei 5 premi “Auto dell’Anno”: Kadett (1985), Omega (1987). Insignia (2009), Ampera (2012), Astra (2016).
La crisi economica del 2007 ha però stravolto ogni scenario, Opel era entrata a far parte del gruppo General Motors nel Marzo del 1929, qualche mese prima del crollo di Wall Street, e ne uscita nell’Aprile del 2017 per passare nel Groupe PSA verso la fine (speriamo) della grande recessione mondiale iniziata dieci anni prima. Una coincidenza? Ad oltre 150 anni dalla sua costituzione e a 120 dall’inizio della sua attività in campo automobilistico per Opel si è aperto un nuovo importante capitolo della sua storia.
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